Chissà cosa ne pensava di Benevento, il censore Appio Claudio Cieco, quando fece costruire il bellissimo ponte a schiena d’asino che consentiva alla Via Appia di scavalcare il fiume Sabato ed entrare nella a città. Immagino però che ne avesse un’immagina splendida se è vero che quel ponte all’epoca era rivestito di pietra lapidea. Era il III secolo Avanti Cristo.
D’acqua (oggi molto inquinata) ne è passata sotto quelle le arcate. Ma il ponte, nonostante le distruzioni delle guerre, i terremoti, lo scorrere inesorabile dei secoli e i “vandali” di oggi, è ancora lì. Nel mezzo della nuova viabilità cittadina, è rimasto un ottimo collegamento pedonale tra le zone Santa Clementina e Libertà, con Via Torre della Catena e il centro Storico.
Da un paio di mesi l’area è interessata ai lavori propedeutici alla realizzazione del nuovo ponte sul fiume Sabato, che collegherà Port’Arsa con Via G. De Rienzo – San Modesto. Un’opera moderna e importante che snellirà il traffico e velocizzerà i collegamenti. In tre zone distinte dell’area sono stati effettuati degli scavi archeologici, per cercare eventuali presenze di reperti. Due di questi scavi sono stati già chiusi.
Quello ancora aperto, come si evince dalle foto, è lo scavo effettuato proprio all’imbocco del Ponte Leproso, lato Via G. De Rienzo – Santa Clementina. Scavo aperto e lavori fermi, nessuna attività vi si svolge da giorni. Tra recinzione e materiali di risulta, l’area è praticamente “invasa” dal cantiere, tra l’altro in prossimità di un incrocio pericoloso che già normalmente offre scarsa visibilità ad automobilisti e pedoni. Immaginabile cos’è adesso che c’è un evidente restringimento di carreggiata, su di una strada molto trafficata in tutte le ore del giorno. Inoltre, per il transito pedonale sul ponte, è stato lasciato uno varco che, è vero che ha la larghezza del marciapiede esistente, ma che consente appena il passaggio di una persona adulta considerato che ha una “strozzatura”, tra la spalletta del ponte, la recinzione e gli arbusti spinosi cresciuti a dismisura. E soprattutto di sera che è assolutamente pericoloso, per mancanza di visibilità, illuminazione adeguata (magari provvisoria…) e sicurezza.
A quando, allora, la chiusura dei lavori e la messa in sicurezza di quell’area? Gli abitanti del quartiere e soprattutto gli automobilisti aspettano fiduciosi. Noi non ci aspettiamo la stessa visione della città che ebbe Appio Claudio dai nostri amministratori, ma almeno un minimo di attenzione per i problemi dei loro concittadini e per la vivibilità della contrade.
(Nelle foto, lo stato dei lavori nell’area di scavo, visto dall’esterno recinzione di cantiere)