E’ stata molto diretta ieri, la cancelliera tedesca Angela Merkel sulla situazione greca: “Se fallisce l’euro fallisce l’Europa, dobbiamo essere in grado di trovare un compromesso di fronte ad ogni sfida. La Grecia ha ricevuto un’offerta generosa e, ogni caso, se il governo greco dopo il referendum vorrà proseguire le trattative non diremo no“. Quindi nessuna chiusura definitiva e ancora una mano tesa al partner europeo in difficoltà.
La Grecia è sull’orlo del baratro, da ieri sono chiuse le banche e la Borsa di Atene. (La chiusura degli istituti di credito è fino al 6 luglio e il limite di prelievo a 60 euro/giorno). Tutto quanto annunciato dal premier greco Tsipras dopo che la Bce ha deciso di non concedere ulteriore liquidità. E’ stato un lunedì difficile per i mercati con Piazza Affari a Milano che ha fatto segnare un listino in profondo rosso, soprattutto per i titoli bancari, la peggior seduta dal 2011. I listini delle borse di tutta Europa hanno accusato perdite, spaventosa è la cifra in miliardi di euro “bruciata” nella giornata e i timori crescono.
Da Berlino hanno fatto sapere che rispetteranno l’esito del referendum. Ha dichiarato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert: “Le decisione di un referendum è una decisione che spetta solo a un governo, e noi ovviamente ne rispetteremo l’esito“. Ha aggiunto: “Il governo tedesco ha sostenuto di non sapere come il referendum sarà formulato e che bisognerà aspettare di vedere come andrà. Anche in Germania sono rimasti molto sorpresi della decisione di Tsipras di interrompere i negoziati in modo unilaterale”.
Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker si dice rattristato dallo spettacolo che si è dato in Ue, e che la buona volontà è evaporata. Secondo Junker egoismi e giochi tattici o populisti hanno avuto la meglio dopo tutti gli sforzi fatti anche da lui e per questo si sente “tradito”. Sulla stabilità dell’eurozona, ha dichiarato che la prospettiva è che si resti a 19 e che altri paesi si aggiungeranno. E invita il popolo greco a votare “si” al referendum. Dello stesso parere negativo anche Francois Holland, Presidente francese, che ha “deplorato” la scelta del governo di Atene.
Sulla delicata questione è intervenuto anche il ministro Carlo Padoan, sollecitato dalla preoccupazione che sta iniziando a serpeggiare anche in Italia sulle possibili ripercussioni del crisi ellenica: “Il default greco non produrrebbe un aumento del debito italiano, è già tutto contabilizzato. L’esposizione del nostro Paese è di 10,2 miliardi di euro di prestiti bilaterali e 27,2 miliardi di contributi al fondo”. La Bce potrà intervenire tramite il Q.E., ovvero l’ acquisto di titoli sui mercati nazionali, per stabilizzare lo spread. Oggi, rispetto al 2011, le istituzioni sono più solide, come la nostra economia“.
Secondo il ministro Padoan la decisione della Grecia di indire il referendum sull’ accordo Ue e la raccomandazione di votare per il no (alle condizioni dei creditori) è stato un fulmine a ciel sereno.