Un primo risultato dalla sua linea politica Alexis Tsipras lo ha ottenuto: il Parlamento greco, infatti, con 178 voti favorevoli e 120 contrari, ha dato il via libera al referendum con cui suo il governo farà decidere ai cittadini, il prossimo 5 luglio, se accettare o respingere le proposte di accordo fatte dai creditori europei, Ue, Bce, Fmi e Esm. Contro il referendum hanno votato i partiti europeisti e il partito comunista greco.
Tsipras (foto in alto), rivolgendosi all’aula riunita , ha spiegato che “il referendum non riguarda una rottura con l’Europa nonostante i partner continentali siano contrari e fermi sulle loro decisioni. E che è fondamentale difendere la democrazia, la sovranità popolare e i valori fondamentali dell’Unione europea“. La decisione del Parlamento ellenico è arrivata dopo una giornata ad altissima tensione in cui Jeroen Dijsselbloem (presidente dell’Eurogruppo) ha confermato che l’attuale programma di salvataggio scadrà il prossimo martedì, 30 giugno.
Intanto, il consiglio direttivo della Bce, lascia invariati i fondi di emergenza Ela (Emergency liquidity assistance ). Ha deciso inoltre di mantenere il massimale per la concessione di liquidità di emergenza alle banche greche a livello già stabilito lo scorso 26 giugno. Il governatore della Bce Mario Draghi, a proposito dell’impegno dei paesi Ue per far fronte alla crisi greca, ha dichiarato: “Continuiamo a lavorare strettamente con la Banca di Grecia e sosteniamo fortemente l’impegno degli stati membri ad agire per affrontare la fragilità delle economie dell’area euro“. E probabilmente il pensiero è andato anche all’Italia.