Differenze di vedute tra Unione europea e il leader greco Alexis Tsipras, che si mostra assai tranquillo, nonostante il momento terribile per il suo paese ed è ottimista sulla possibilità di un accordo sul debito. Invece, da Bruxelles si guarda con preoccupazione alla prossima settimana, consapevoli che in mancanza di fatti concreti il default della Grecia sia oramai inevitabile.
Lunedì ci sarà un nuovo vertice e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si aspetta un segnale da Atene. Occorrono nuove proposte che possano essere valutate prima, e analizzate durante il vertice dell”Eurogruppo. Da Atene si chiede ancora che la discussione venga spostata direttamente sul piano politico, investendo cioè i capi di Stato dell’Unione. La Germania, tra le nazioni più esposte economicamente con gli ellenici, vorrebbe che si giungesse subito ad un accordo tecnico sulla restituzione del mega prestito. C’è da sottolineare, però, che nonostante le polemiche e la fermezza mostrata, da Berlino continuano a mostrarsi disponibili, anche se un accordo dovesse arrivare in settimana e non lunedì stesso.
Intanto in Grecia continua la corsa ai bancomat e agli sportelli bancari. I cittadini, in lunghissime file, stanno ritirando tutto il contante possibile. Finora le banche hanno distribuito circa 4 miliardi di euro in pochi giorni. Non siamo ancora al panico ma di certo la situazione si fa sempre più difficile. Le banche greche hanno intanto ottenuto dalla Bce una nuova iniezione di liquidità d’emergenza ma più bassa delle richieste, cioè 1,8 miliardi contro 3. E crescono i timori per la tenuta del sistema creditizio, con l’evidente sfiducia e la fuga dei depositi bancari in Grecia che marcia al ritmo di circa un miliardo di euro al giorno.
Per l’Italia, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan è ottimista, perché l’Euro summit “è segno che ci sono margini per raggiungere un’intesa“. Padoan sostiene che anche in caso di Grexit e di rialzo di spread e rendimenti, l’Italia è molto più forte del recente passato (2012), anche grazie agli sforzi fatti, che hanno ridotto la “componente di rischio specifica”, mentre quella “sistemica” è contrastata “dagli strumenti Bce”.