Il Benevento Calcio ne ha persa un’altra, sembra non fare neppure più notizia. Ma ha perso il derby e i tifosi non possono proprio mandarla giù. Però, sinceramente, non capisco lo stupore dei più. La squadra vista al Partenio è la logica ulteriore proiezione fedele sul rettangolo verde (stavolta spelacchiato) di quest’annata calcistica che sta rivelandosi quasi (quasi?) maledetta. Come le precedenti due, per altro, a confermare un declino complessivo lento e inesorabile. Invece impazzano le critiche, i vari j’accuse, …. come se non ci fosse una storia già scritta rispetto alle sorti della squadra, anche in questo campionato…
Una squadra incompleta, nonostante il mix provato tra calciatori affermati e di prospettiva, con grosse lacune strutturali (soprattutto sull’out mancino) e molti calciatori inadatti alla categoria e al girone, notoriamente poco adatto ai calciatori di carta velina, come io amo definirli. Se ha stentato a lungo e in largo negli ultimi tre mesi ed anche contro squadre pseudo-amatoriali, come si poteva pensare di trasformarsi nel Real Madrid in Irpinia? No comment sui vari “giovani” schierati quest’anno: anche perchè si rischia di rendere colpevole chi, invece, colpe non ne ha… I ragazzi andavano tutelati, protetti, fatti crescere in modo graduale, invece sono diventati, loro malgrado, la pietra dello scandalo e non è affatto giusto.
E allora, perchè arrabbiarsi, o stupirsi ancora? Bisogna essere davvero masochisti a farlo… inutilmente, tra l’altro.
La proprietà, di fatto, già da tre anni ha intrapreso un percorso di ridimensionamento, per quanto riguarda il progetto Benevento. Quando ho iniziato a scriverlo, due anni fa, in tanti mi hanno attaccato, accusandomi di essere fazioso. Eh, già, io ero contro (ma contro chi?) per chissà quale motivo… Quando, invece, con serenità, ho sempre cercato di dare una spiegazione a tutto quanto stava accadendo (o era già accaduto) sotto ai nostri occhi. Riassumendo, le due retrocessioni consecutive, per certi aspetti clamorose, soprattutto quella dalla B alla C. E ce lo ha raccontato, peraltro, la cronaca calcistica, non io. Già, ma io ero contro…. roba da matti!
Ridimensionamento che complessivamente è già avvenuto, e che in linea di principio non è assolutamente da biasimare. I soldi sono di chi li caccia, da sempre, e credo che sia insindacabile che un imprenditore, dopo anni di spese anche eccessive (considerati certi risultati) per il calcio, abbia voluto darsi un freno, stabilendo un budget adeguato alla categoria e nuove linee programmatiche. E, almeno in questo, l’idea di avviare anche un progetto giovani penso abbia appassionato chiunque.
Il campionato in corso, paradossalmente, era iniziato nel migliore dei modi. Tenendo conto della mediocrità complessiva del girone, non era stato difficile per noi vincere molte delle gare del girone d’andata, soprattutto quando si giocava in casa. Tante squadre leggerine, tanti ragazzini in campo negli avversari, e quel bonus blasone che ci ha consentito di rendere il Ciro Vigorito un fortino quasi inespugnabile per qualche mese. Poi, come accade sempre, le squadre si sono assestate, chi ha potuto è intervenuto sul mercato e le altre squadre si sono messe a correre, inseguendo ognuna i propri obbiettivi. In un girone livellato fortemente verso il basso (con la vergognosa e dannosa vicenda di squadre quali Taranto e Turris (ovviamente mi riferisco alle proprietà) che con le loro estromissioni hanno ancor più scombinato l’andamento del torneo), sarebbe bastato pochissimo per puntellare la rosa e restare ancorati saldamente alla vetta, fino alla fine, immaginando e sperando di lasciare questa categoria che, ogni anno che passa (urgono riforme strutturali serie!), sprofonda sempre più in una palude maleodorante di pochezza tecnica, tattica e organizzativa.
Invece… il Benevento è rimasto fermo al palo. Colpevolmente fermo, letteralmente in balia delle altre squadre e dello stesso campionato. Come se, ad un tratto, si fosse spento – volutamente? – il motore. Una squadra che non sa più vincere, che da gennaio ha una media punti da retrocessione diretta: e meno male che il girone d’andata s’era chiuso con un buon gruzzolo di punti in classifica, altrimenti a quest’ora staremmo parlando di retrocessione in serie D! Inerti, nonostante le sollecitazioni della tifoseria, della stampa, di addetti ai lavori e di chi di calcio qualcosina ne capisce. Invece… “Non s’è voluto sporcare la squadra… ” o “Non abbiamo trovato calciatori adatti a questa squadra…” le parole udite nell’oramai famosa conferenza stampa di presentazione del tecnico Pazienza. Poi, tra una consueta minaccia di disimpegno (diretta o indiretta) poi rinnegata e le solite oramai vacue promesse, sono passati altri due mesi di ulteriore nulla, di brutte figure e di giustificazioni stucchevoli e risibili, che hanno sempre avuto l’effetto di irritare ogni volta di più la piazza giallorossa trattata come se fosse l’ultima al mondo per capacità cognitive… E, tantissimi tifosi, molti dei quali con un abbonamento in tasca, hanno scelto man mano di non andare più allo stadio. E non dopo una decina di partite che vanno male, come qualcuno vorrebbe far credere, ma dopo tre anni (3!) che sono stati a dir poco imbarazzanti, per chiunque! Amore e fede per i propri colori sì, certo, ma alla gente non si può certo chiedere di indossare i paraocchi!
E allora: progetto giovani è stato un modo simpatico, uno slogan, per dare un nome meno antipatico al ridimensionamento. Tutto qui. Perchè più di tanto non si può o non si vuole più fare, semplicemente. Bastava essere più chiari, diretti.
Ci si accapiglia (simpaticamente) per un derby perso. Giusto, il calcio è anche questo, la polemica, le discussioni, ed anche gli sfottò, in fondo sono il sale di questo sport meraviglioso. Ma io credo che oggi sia più importante alzare la testa, lasciare stare l’odio social (tutti contro tutti), ed iniziare a pensare al futuro del calcio a Benevento. I cicli iniziano e finiscono, ed anche le storie d’amore più belle, molto spesso, cominciano a spegnersi, e a volte rischiano di finire nel peggiore dei modi.
Bisognerebbe avere il coraggio di sedersi ad un tavolo, tutti insieme: società, amministratori pubblici, eventuali imprenditori, stampa, ed anche rappresentanti dei tifosi, e parlarsi in modo chiaro, senza paure. Se davvero è stato “amore” credo sia giusto iniziare a pensare a tutti gli scenari possibili. C’è il tempo per fare tutto, ci sono tutti i presupposti per gettare le basi di un futuro ancora solido e di prospettiva. Anche con i giovani, anche a regime ridotto, ma con ritrovati entusiasmo e passione. Già, la passione, quella che qualcuno, forse neppure rendendosene conto, sta facendo di tutto per far spegnere…
Bisogna incontrarsi ed aprirsi, già da oggi, dirsi finalmente la verità, ma ognuno di noi dovrà mettere da parte l’ego smisurato, l’inutile orgoglio, taluni preconcetti… per il bene del Benevento Calcio, nessuno escluso, e dei suoi impagabili tifosi.