Ho ascoltato con molta attenzione la conferenza stampa di presentazione del neo trainer Michele Pazienza e resa ancora più interessante dalla presenza (finalmente!) del presidente Oreste Vigorito e del D.G. Marcello Carli. Tanta parole, un po’ di confusione, per certi aspetti con lo stridire in sottofondo, quello di unghie sugli specchi… Ma tant’è! Quest’anno, evidentemente, doveva (doveva?) andare così, oltre ogni plausibile motivazione. Ma, oltre la disquisizione sui particolari propriamente tecnici della conferenza, c’è stato un aspetto fondamentale venuto fuori e sul quale io, personalmente, non transigo: ed è il rispetto e quindi l’educazione.
Sì, perchè se un uomo come Oreste Vigorito (che, oltre ad essere il presidente del club giallorosso è padre, marito, nonno, amico, imprenditore di successo e tante altre non trascurabili cose…) deve ancora una volta, porre l’accento su certe offese (dirette o indirette) da lui ricevute, beh, è evidente che c’è qualcosa (o qualcuno) tra di noi, che non va. E non si può più tacere rispetto a certe pessime vili abitudini di taluni nostri (ahinoi) concittadini…
L’offesa, la calunnia, la cattiveria ideologica sono l’arma (ultima, e probabilmente unica) dei deboli, dei reietti, dei poveri in spirito che ahimè sopravvivono nel tessuto altrimenti sano della nostra comunità. Personaggi che, dopo un lungo periodo di letargo (chissà come mai …) sono tornati ad impazzare con le loro esternazioni, in special modo sui social. Anzi, prevalentemente solo sui social, perché costoro notoriamente sfuggono, si nascondono, rifuggono la “luce del sole”…
Si può essere in disaccordo, contrariati ed anche arrabbiati rispetto alle prestazioni della squadra nel campionato. Si può certamente criticare, obiettare, essere assolutamente irritati, per la gestione complessiva dei giallorossi. Ma l’offesa no, non c’entra nulla. E’ riprovevole oltre che assolutamente stomachevole.
Chi offende ha evidentemente altre motivazioni, extracalcistiche, a spingerlo. Non c’è sconfitta o mancato acquisto che possa giustificare ogni parola fuori posto scritta o proferita nei riguardi di chiunque. A maggior ragione verso un uomo, Oreste Vigorito, che, piaccia o no, ci ha offerto per qualche anno quel calcio che abbiamo sempre (e solo) sognato, e già per questo andrebbe sempre ringraziato, a prescindere, e criticato – se e quando necessario – ma sempre nei canoni dell’educazione e del rispetto reciproci.
Io sono assolutamente critico, tra i tanti che lo sono, rispetto al Benevento Calcio, per tanti motivi che io ritengo validi. Da quando il Benevento è retrocesso in C, lo sono ancor di più, e assolutamente in dissenso rispetto a certe discutibilissime e a volte incomprensibili scelte. Mai, però, mi sognerei di offendere. Non ho apprezzato la gestione di Auteri, non ho compreso la mancata campagna acquisti e tantomeno credo a tutto quanto ci è stato riferito anche nell’ultima attesa conferenza stampa fiume. Ma trattasi di opinioni, le mie, che chiaramente sono diverse da tante altre. E, probabilmente, sono anche divaganti, errate. Ma offendere, denigrare, ironizzare tirando nei discorsi anche fantasiose elucubrazioni complottistiche è davvero troppo!
Inaccettabile, ingiustificabile – senza se e senza ma – come tifoso ma soprattutto come cittadino della civilissima Benevento.
Spero davvero in una presa di coscienza comune da parte di chi ha a cuore le sorti del Benevento Calcio, al di là di ogni simpatia o antipatia personale.
Il calcio è uno sport, un divertimento, bellissimo: non lasciamo che qualcuno (ad arte) lo trasformi in una palude maleodorante di “vomiti esistenziali”…
Facciamo i tifosi, restiamo contestatori finché vogliamo, ma non facciamo i cretini. Perchè tali si diventa agli occhi dei più.