Cade per la prima volta in questo campionato 2024/2025 il Benevento Calcio di Gaetano Auteri e, per certi versi, può apparire come immeritata la sconfitta maturata al “Massimino” di Catania contro la blasonata formazione di casa e davanti ad un pubblico da serie superiore. Ma, è chiaro, che alla luce di quanto accaduto nei 96 (45+1+45+5) minuti di partita, i dubbi su quanto vista e di conseguenza i rimpianti, sono tanti. Il Benevento, come di consueto negli ultimi tempi, ha regalato almeno 45 minuti di “non-gioco” agli avversari. Squadra timida, slegata, senza aggressività e con poche idee appannate. In più, qualche calciatore non proprio al top di forma e qualcuno con un eccesso di timidezza, hanno vanificato quanto di buono (per così dire) costruito nella seconda frazione di gara.
Tallone d’Achille della squadra – è una lacuna tecnico-tattica oramai cronicizzatasi – è la fattiva mancanza di un centrocampo solido, concreto e di personalità. Nella zona nevralgica del campo i giallorossi soffrono maledettamente, con difficoltà nella costruzione quasi totale assenza di filtro adeguato nelle transizioni negative. E, come sempre accade, la mancata schermatura della linea difensiva apre autostrade agli attacchi delle squadre avversarie, costringendo la linea Maginot davanti a Nunziante a essere sempre e pericolosamente in affanno.
Indefinibile la gara di Acampora e Viviani, che hanno di fatto lasciato da solo (e nel nulla) la responsabilità del gioco al solo Talia. Un carico eccessivo per il ragazzo che, tra l’altro, oramai è sempre marcato a vista dagli avversari. Poi, le ammonizioni beccate dai due nei primi minuti di gioco, hanno limitato vistosamente la necessaria aggressività degli stessi.
Squadra con tre punte in campo, mal rifornite e lasciate in balia della retroguardia avversaria. Pochi rifornimenti, passaggi in profondità sempre ritardati e con la difesa schierata. Quindi, una mission quasi impossible per i tre. Che, poi, quando hanno una palla d’oro in area la sprecano malamente credo per mancanza di lucidità dovuta al dispendio inutile di energie. Certo, da attaccanti di categoria ci si aspetta sempre la zampata vincente, fosse anche al centesimo minuto. Ma il calcio è fatto anche di equilibri psico-fisici che questa squadra sembra aver smarrito.
La linea difensiva ha lavorato male: probabilmente, essersi schiacciati nella propria trequarti per tanti (toppi) minuti comporta sempre un superlavoro per Berra e compagni. È evidente che non si può giocare sempre nella propria area di rigore perchè poi il goal (per gli avversari) arriva e, dopo, la gara si mette in salita. E, in questa serie C, rimontare o ribaltare uno svantaggio è sempre difficilissimo per chiunque.
Infortuni, calciatori con poca preparazione fisica, un pizzico di sfortuna, certo, qualche alibi possiamo riconoscerlo ai giallorossi. Però non m’è sembrato che il Catania fosse una squadra talmente più forte, tra l’altro con tanti “anziani” in campo e con un’autonomia fisica complessiva che non è andata oltre i 50 minuti di gioco: dopo, i rossoazzurri hanno giocato quasi in apnea…
Ci sarebbero tante cose deve rivedere in questo Benevento. Le partite durano oramai non meno di 95/96 minuti, mediamente. Dal fischio d’inizio bisogna macinare giocare, lottare, costruire azioni e soprattutto tirare in porta, e non aspettare e lasciare l’iniziativa e il campo agli avversari, consegnandosi, di fatto, a loro. E poi: si possono fare 5 cambi, organizzandosi, anche dopo solo 1 minuto di gara, se serve. Regalare un tempo e qualche uomo agli avversari è sempre letale, per qualsiasi squadra. Bisogna rivedere tanti aspetti, tatticamente ma soprattutto nelle scelte iniziali. Per esempio: ogni volta che entra Perlingieri in attacco la squadra sembra avere una marcia in più. E Manconi, ad oggi, sembra (ma perchè? Questo il punto….) totalmente avulso dal gioco. In chiara involuzione anche Lanini (!). Perchè non provare altro?
Un Benevento dai due volti: arrendevole e impacciato nel primo tempo, aggressivo e propositivo nella secondo. Qual è il vero volto della squadra? E, soprattutto, chi sono in questo momento gli undici su cui fare affidamento sin dal primo minuto? Le gerarchie possono essere stilate anche e non soltanto per curriculum, goal e presenze fatte in carriera. C’è bisogno di chi è al meglio, sotto l’aspetto mentale oltre che sul piano fisico. Questa squadra ha una rosa eccellente per la categoria, pur con qualche lacuna, credo sia opportuno ricordarlo a noi stessi. Quindi, resta al 90% solo una questione di scelte ed equilibri, mettendo da parte un’eccessiva (forse) ortodossia…
Una sconfitta che poteva starci, senza fare drammi, considerando il valore degli avversari.. E poi siamo all’inizio del campionato, c’è ancora tutto il tempo per aggiustare ciò che non va.