Ho fatto trascorrere qualche ora, ma la delusione resta, lo ammetto. Nel mare dei ricordi, con il tempo andrà a sedimentarsi sul fondo, insieme alle altre… A pelo d’acqua, lo spero, come sempre rimarranno solo i bei ricordi, la gioia delle vittorie, i momenti di esaltazione e l’orgoglio di essere giallorossi sanniti. Cioè, il bello del calcio, no? Anche se quest’anno…
La delusione, però, è legata solo al risultato e non certo dalla “pretesa” di chissà cosa. Questi playoff sono stati già qualcosa che andava “oltre” alle più rosee aspettative per i giallorossi, per tanti motivi. Lo sapevamo tutti, ma un pochino ci siamo illusi, è vero, perché poi un briciolo di speranza c’è sempre in ogni tifoso, nonostante tutto quanto poteva esserci di negativo.
È stata un’annata strana per il Benevento. Le due retrocessioni (A/B e B/C) in così poco tempo ci avevano restituito ad una serie C che, molto probabilmente, non è più quella che – ahinoi! – conoscevamo. O, forse, della quale avevamo completamente dimenticato la “dimensione”. Un campionato di basso (ma molto!) livello tecnico, almeno rispetto alla terza serie di non più di un decennio fa. Squadre e campi improponibili, organizzazione complessiva pessima, tante incognite e troppe “porte chiuse” che hanno inciso e non poco su una squadra (nel suo complesso) e su una tifoseria, oramai abituata (ma non di certo imborghesita) ad un contesto decisamente professionistico, sotto tutti i punti di vista.
Il Benevento Calcio nato la scorsa estate, salvo le dovute eccezioni, lasciava molti dubbi e perplessità. Troppi calciatori in squadra, qualcuno evidentemente alla fine del proprio ciclo (almeno nel Sannio) e quindi rimasto a Benevento malavoglia. Qualche calciatore alla frutta per età e trascorsi, qualche incognita e tanti ruoli scoperti, a dispetto, appunto, di una rosa così folta. Poi gli infortuni, la sfortuna complessiva (e forse eccessiva), l’annata negativa di qualche calciatore sul quale si puntava molto, e la conferma (purtroppo) data dal campo di alcune scelte rivelatesi poi assolutamente sbagliate. Su tutto, poi, un allenatore di grande prospettiva, certamente serio e preparato, ma probabilmente troppo giovane e poco avvezzo ad un girone così difficile dove le tensioni e l’agonismo prevalgono da sempre sul gesto tecnico. Un giovane allenatore in uno spogliatoio con vecchi volponi, e in un contesto del genere, avrebbe certamente avuto vita difficile… e così è stato.
Ma oramai è andata così: non servono processi, credo invece che occorra un reset immediato e, soprattutto, la conclusione dell’opera di smantellamento del “vecchio” Benevento che il D.S. Marcello Carli aveva iniziato ma che non è riuscito a completare. O, forse, che non è riuscito neppure ad iniziare, salvo in pochi casi. Ma le eventuali colpe del D.S. toscano, rispetto a certe dinamiche, sono relative.
La politica di ringiovanimento della rosa deve essere prioritaria rispetto ad ogni altra decisione sulla rosa. Soprattutto, anche a malincuore, bisognerà provare a salutare definitivamente qualche calciatore che oramai a Benevento ha concluso il suo tempo, per tanti motivi.
Sono a scadenza il prossimo 30 giugno Ciano, Improta, Masciangelo e Terranova, ma anche Ciciretti e Manfredini che però potrebbero ancora fare al caso nostro, considerando i trascorsi. Ma, soprattutto, ci saranno ancora i vari Benedetti, Bolsius, Letizia, Marotta, Tosca (!), Acampora (!), Agazzi, Koutsoupias (!), Kubica, Viviani (!), con contratti ancora in essere (1 e 2 anni) e da dover necessariamente sistemare altrove. Un compito assolutamente difficile, considerando le dinamiche del calciomercato ma anche (o soprattutto) a causa degli ingaggi non sempre alla portata di altre società di C e B, frutto di un precedente modus operandi non proprio azzeccato. Ed è per questo che il buon Carli non può essere imputato per colpe non sue…
Si riparte dai giovani: su tutti Talia (fermo restando quanto accaduto, ma quanti critiche ingenerose a questo ragazzo!), Perlingieri, Viscardi, Carfora, Rossi, Nunziante, Alfieri. Si potrebbero confermare Berra, Capellini, Meccariello, Nardi, Simonetti, Starita, Lanini, Pinato, Paleari e poi, appunto, Ciciretti e Manfredini. Ma terrei anche Karic, a patto che possa giocare in un ruolo a lui più congeniale.
È chiaro che tutto dipenderà dalla scelta dell’allenatore per la stagione 2024/2025: resterà Auteri o ci sarà un nuovo tecnico sulla panchina? In ogni caso, dovrà essere, appunto, l’allenatore a dire l’ultima parola sulle cessioni e soprattutto sui futuri possibili acquisti. Nell’ottica, come sottolineato qualche giorno fa dal Presidente Oreste Vigorito, di una condivisa strategia e nel solco di quanto iniziato (ma obiettivamente con risultati minimi) lo scorso anno calcistico.
Il futuro per noi, anche quest’anno, è già iniziato. Ci aspetta un’altra estate di sogni e speranze, con un’unica certezza: la possibilità di esserci ancora e potercela giocare, anche il prossimo campionato. E non è affatto scontato, considerando i tempi, per nessuna altra città. Siamone consepevoli, tutti, perchè probabilmente questo particolare ci è sfuggito ultimamente.