S’inceppa ancora un brutto Benevento e stavolta non è bastata la fortuna (quella che aiuta gli audaci…) per portare a casa l’intera posta in palio contro il Messina.
Un film già visto, una gara iniziata male e finita peggio per Ciano e compagni che oltre l’azione della rete e qualche spunto sporadico, non sono mai riusciti ad essere incisivi o a impensierire davvero il veterano Fumagalli.
Lenti, a tratti inutilmente leziosi, prevedibili e ripetitivi in una manovra (assolutamente lenta) che non ha trovato mai sbocchi, considerando anche che il tecnico Giacomo Modica (di scuola zemaniana) ha ben messo i suoi in campo a chiudere e a soffocare ogni tentativo dei giallorossi sanniti.
Se vogliamo, la terza replica – ma stavolta ci è andata male – delle partite già viste con il Cerignola e con il Foggia.
Una partita che andava probabilmente affrontata con la spada ma che il Benevento ha disputato provando ad usare il fioretto. La stanchezza evidente di molti calciatori in campo, e un assetto (il nostro) che ha mandato a nozze il Messina, sono le due note negative più evidenti nel complesso della serata.
I turni ravvicinati ci sono stati per tutte le squadre, ma i peloritani, ad esempio, non è sembrato che ne abbiano sofferto più di tanto. Quindi, mi sembra stucchevole dare colpe al format del campionato.
Qualche calciatore è apparso un tantino svogliato se non svuotato mentalmente, con poca voglia di incidere e prevalere al cospetto di un’avversaria che – potevamo aspettarcelo – in serie positiva da tante giornate, avrebbe venduto cara la pelle.
Alcune scelte, poi, mi sono sembrate forzate, nell’undici iniziale e nella gestione dei cambi. Il Benevento ha difeso maluccio sugli esterni, con Masciangelo (ma imparerà mai a crossare di prima?) e Simonetti non in grandissima serata. Centrocampo nuovamente di carta velina. Attacco evanescente.
Poi, Simonetti: è un bravo calciatore multiruolo, adattabile, che si mette a disposizione del tecnico. Ma non possiamo aspettarci che lui faccia sempre bene e in tutti i ruoli, pensarlo sarebbe da presuntuosi. Non mi e piaciuto, ancora una volta Pinato, troppi errori in un ruolo così delicato. Quasi mai determinante nelle sue giocate, lasciando al solo Nardi l’ingrato compito di distruggere e costruire. Giocare così in inferiorità numerica nella zona nevralgica sta diventando un vero handicap per il Benevento. E tutte le squadre avversarie ne sono consapevoli.
Ciano e Ciciretti impalpabili. Ingabbiati da calciatori con maggiore forza fisica e più “gamba”, hanno girato a vuoto lasciando di fatto Lanini a combattere e svariare da solo sul fronte avversario, sfiancandosi. In attesa di qualche magia del peperino romano o di un calcio piazzato dell’attaccante casertano?
Che sia chiaro: il Benevento non era una squadra di brocchi con Andreoletti e non è certamente diventata una squadra stellare e imbattibile con Auteri. Il tecnico siciliano è certamente uno tra i migliori della categoria nel panorama calcistico italiano, ma non può certo inventare ciò che non ha, perchè problemi strutturali c’erano e ci sono ancora. E nonostante questo, io credo che la rosa dei giallorossi sia comunque la migliore in assoluto dei tre gironi di C, checché ne dicano alcuni addetti ai lavori.
Non è un dramma aver pareggiato, cambia poco in ottica playoff (inutile essere scaramantici!) considerando anche gli altri risultati. Certo, rischiamo di vedere scappare ancora di più la capolista. Ma, sinceramente, cospargersi oggi il capo di cenere mi sembra davvero inutile. Semmai, bisognava farlo qualche mese fa…
Speriamo che da questo mezzo passo falso si possano trarre invece ottimi spunti, che riguardano alcune scelte e gli equilibri di un modulo che non sempre può essere così rigido. Bisogna sapersi adattare alle condizioni della gara e soprattutto alle squadre avversarie. Per non dare punti di riferimento a chi ci affronta e per sfruttare al meglio il potenziale tecnico (enorme) che abbiamo. Senza intestardirsi. E senza buttare nella mischia ragazzi probabilmente non ancora pronti ad un campionato così difficile. Di esperimenti, in questa fase del torneo, possiamo e dobbiamo farne a meno, perché adesso occorrono solo i risultati.
Restiamo uniti, insieme possiamo andare molto lontano. Uniti.