Nella Serata del ricordo del compianto Carmelo Imbriani, inciampa sui suoi stessi difetti il Benevento Calcio, contro una coriacea Audace Cerignola, volitiva squadra di categoria ben messa in campo, ma poco più.
Un black-out improvviso e sinceramente inaspettato per Marotta e compagni che, chiamati a fare il definitivo cambio di passo, proponendosi con decisione per il vertice della classifica, hanno invece ri-palesato tutti i difetti strutturali e di atteggiamento che fino allo scorso dicembre, avevano attanagliato la squadra.
Giallorossi lenti, impacciati, abulici, prevedibili nel gioco e per almeno 7/8 undicesimi degli effettivi in campo, quasi mai in partita. Una squadra che ha verticalizzato raramente, che ha commesso innumerevoli errori tecnici (e tattici) e che s’è lasciata facilmente imbrigliare – e soprattutto innervosire – da un’avversaria assolutamente decisa a fare punti al “Ciro Vigorito” e che per poco non ha fatto anche il colpaccio, forse meritandolo. Forse ha pagato, anche a livello mentale, la rincorsa affannosa iniziata due mesi fa, e probabilmente aveva bisogno di tirare un po’ il fiato. Chissà!
Malissimo quasi tutti, ma ad incidere pesantemente sulla serata “no” c’è stato il discutibile turn-over di massa (?) operato da mister Gaetano Auteri, che ha azzerato (consapevolmente?) gli equilibri di squadra faticosamente ritrovati nelle precedenti sei gare (ovvero, da inizio girone di ritorno) ed ha riconsegnato al campo un undici balbettante calcio, con tanti, troppi calciatori evidentemente non adatti (?) ad un campionato del genere, o che non si sentono più parte integrante di questo progetto. Perché altrimenti non c’è altra spiegazione a quanto visto.
Il Benevento ha mostrato, ieri sera come non mai, le grosse difficoltà (negli anni cronicizzatasi!) nella zona nevralgica del campo. A centrocampo soffriamo maledettamente e, sia Pinato che Agazzi, ogni qual volta giocano insieme, rendono di carta velina la consistenza del reparto, in costruzione ma soprattutto in contenimento, con scarsa o inesistente schermatura della propria difesa. Oltre Pinato, che almeno appare più tonico rispetto al recente passato, quello in grossa difficoltà sembra Agazzi, che appare lontanissimo da una forma fisica apprezzabile e quasi sempre avulso dal gioco. Era proprio necessario rinunciare contemporaneamente alla verve indiscutibile di Nardi e Talia?
Brutta gara per Improta, appunto Agazzi e Pinato (salvo per qualche sussulto…), Benedetti (ma c’era?), lo stesso Ciano (nonostante l’assist per la rete di Capellini). Ma anche per Ferrante e Berra, che a volte ha è sembrato fuori posizione. Potrei aggiungerci Marotta, ma almeno il capitano di giornata ci ha messo un pizzico di “pepe”, oltre i propri evidenti limiti fisici. Da salvare il solito Paleari, che ha messo più di una pezza alla serataccia dei propri compagni di reparto e di squadra.
Male anche i subentrati: stavolta i cambi in corsa non hanno sortito l’effetto sperato andandosi ad uniformare – e a schiantarsi! – immediatamente alla mediocrità complessiva della serata, che io reputo ingiustificabile ed anche preoccupante.
Peccato, perché la squadra vista a Crotone, o nelle immediate domeniche precedenti, aveva invece dato chiari ed indiscutibili segnali di ripresa, sciorinando un buon calcio e mostrando, gara dopo gara, una crescita esponenziale anche nella condizione fisica dei singoli e del gruppo.
Voglio credere e sperare che sia stata una serata storta per tutti, dal tecnico ai calciatori. Forse, e ribadisco forse, c’eravamo un po’ illusi che, crescendo ancora, questa squadra potesse realmente andare ad insidiare la capolista, rendendo il finale di campionato, per noi, bello ed entusiasmante.
Da sottolineare l’arbitraggio assolutamente inadeguato per la serie C e per la posta in palio. Gestione pessima dei numerosi cartellini distribuiti, sviste clamorose anche nella concessione/inversione dei falli laterali, per non dire di alcuni episodi da VAR che probabilmente ci hanno penalizzato. Ma non può essere un alibi questo….
Bisogna immediatamente cancellare questo mezzo passo falso, non tanto per il risultato in sé (perchè certe partite si possono anche perdere!), quanto per la prestazione complessivamente scadente, vista sul bellissimo prato del “Vigorito”. Per ambire (legittimamente, direi) a qualcosa di più, c’è bisogno di una squadra solida, compatta, equilibrata, che non può permettersi zavorre. C’è bisogno di scelte, condivisione e sacrificio, giocando anche 3 gare a settimana… a vent’anni credo si possano fare…, altrimenti la mezza classifica (…) è una condanna già scritta.
E il Benevento, per organico e ambizioni, non può essere la squadra da mezza classifica vista con il Cerignola.
Vedremo, già a Picerno domenica prossima.