Dopo tre vittorie di fila, giocando non sempre in maniera brillante e palesando le solite “topiche” che contraddistinguono quest’annata, il Benevento di don Gaetano Auteri inciampa nei suoi stessi errori a Taranto e perde (di nuovo…) due punti sulla capolista, in attesa anche del posticipo che vedrà in campo l’Avellino, e del recupero di campionato che dovrà affrontare il Picerno (che sabato ha pareggiato in esterna).
Il pareggio, alla fine, è stato prezioso, considerando che la squadra ha rischiato troppo, giocando maluccio e soffrendo parecchio gli avversari, sembrando nuovamente quelli di poco più di un mese fa.
A gravare notevolmente sull’andamento della partita, bisogna sottolinearlo, c’è stato certamente il penalty regalato dall’arbitro ai padroni di casa, ed una gestione almeno discutibile dei cartellini gialli e di alcuni calci di punizione. Non vogliamo piangerci addosso, la serie C è anche questo. Però, pensare male a volta è inevitabile….
Certamente non c’eravamo illusi che, all’improvviso, i giallorossi si fossero trasformati in una corazzata invincibile, considerati gli ultimi risultati, anzi, considerando l’andamento complessivo della squadra fin dalle prime gare di campionato. Però ci aspettavamo una squadra più quadrata, meno permeabile e soprattutto sempre più consapevole della propria forza quanto delle oggettive difficoltà.
Invece, allo Iacovone s’è rivista, per lunghi tratti di gara, la stessa squadra impacciata che purtroppo la gestione Carli – Andreoletti ci aveva regalato, almeno fino a dicembre.
Difesa horror, centrocampo di carta velina che non sa né costruire e tantomeno difendere; attacco pesante ma asfittico, nonostante i super-nomi che lo compongono. E meno male che un tal Camillo Ciano ogni tanto tura fuori dal cilindro uno dei suoi colpi magistrali…
Difesa horror, perchè molto spesso (anzi, troppo spesso) Capellini e lo stesso Pastina mostrano in maniera cruda tutti i propri limiti. Coinvolgendo anche Berra (non esente da colpe) al confezionamento di errori e topiche che, al 99%, sono micidiali per la porta di Paleari.
Centrocampo che non produce gioco né tantomeno scherma adeguatamente la linea difensiva: Agazzi (visibilmente fuori forma) sembra la fotocopia sbiadita di quello che ammiravamo in altre squadre. Con Talia e gli altri che s’alternano nel ruolo, che molto spesso offrono prove sbiadite, senza incidere, anzi, lasciandosi trascinare nella mediocrità.
L’attacco, quest’anno, è il reparto che lascia molto a desiderare. Gli innesti di Starita e Lanini non hanno cambiato l’inerzia di un andamento a singhiozzo per gli avanti giallorossi. Tante le difficoltà per i punteros di Auteri che sembrano sempre troppo distanti dalla porta avversaria e, oggettivamente, non vengono mai riforniti in maniera adeguata e, soprattutto, con i tempi giusti.
Ovviamente nulla è compromesso, perchè il campionato è ancora lungo. Vero è che il -8 alla vetta psicologicamente può pesare, ma ci sono ancora 15 partite da giocare: 45 punti in palio da conquistare e, credo, che nessuno possa sentirsi già battuto o addirittura pensare di aver vinto.
Certo, per quanto ci riguarda bisogna fare i conti con la realtà, e inseguire un obiettivo impossibile potrebbe fare sprecare energie fisiche e mentali preziosissime in chiave playoff. Ma questa squadra, come nomi almeno, credo sia tra le più forti di tutta la serie C. E, quindi, mi aspetto una vera e definitiva inversione di tendenza, verso il meglio…
La prossima gara vedrà al Ciro Vigorito un’avversaria rispettabilissima ma non certo irresistibile. Il Brindisi ovviamente verrà a Benevento per provare a fare punti salvezza, ma – voglio sperare – Ciano e compagni dovranno fare un solo boccone degli avversari e preparasi così allo scontro diretto di Crotone.
Dal mercato mi aspetto inserimenti importanti e mirati, soprattutto nella zona nevralgica del centrocampo. E, si spera, uno sfoltimento della rosa, soprattutto di quei nomi che, da tempo, non sono più parte del progetto, e che invece pesano sul gruppo e sulle casse societarie.
Vediamo cosa accadrà.