Il 27 gennaio in tutto il mondo si celebra il Giorno della memoria, una data simbolica per ricordare le vittime del nazismo. Una ricorrenza che, secondo Sergio Mattarella, “non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane, ma che ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola”. “Ricordare è impegno per il presente, fondazione per il futuro”, afferma Mario Draghi.
“La conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia”, ha sottolineato il presidente della Repubblica. Un messaggio al quale hanno fatto eco le parole del presidente del Consiglio: “Oggi ricordiamo l’orrore dell’antisemitismo e rinnoviamo il nostro impegno collettivo a contrastare ogni tentativo di cancellare la memoria”.
A Roma il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico, hanno deposto una corona di fiori in Largo 16 ottobre 1943, luogo simbolo della deportazione degli ebrei romani. A riceverli Ruth Dureghello, Noemi Di Segni e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
Milioni di persone furono sterminate per via della loro etnia, nazionalità o ideologia politica dal regime hitleriano. Un orrore che non ha annientato solo il popolo ebreo, che piange circa sei milioni di morti, ma anche gli emarginati e chi non si allineava con i principi del nazionalsocialismo.