Fonte Articolo RaiNews
“Al via i lavori del G20 straordinario sull’Afghanistan. Tra i temi al centro del Vertice: urgente sostegno umanitario per la popolazione afghana; lotta al terrorismo; libertà di movimento all’interno del territorio e frontiere aperte”. Lo annuncia un tweet della presidenza del Consiglio. Il premier Draghi a Palazzo Chigi è in collegamento video con i rappresentanti di altri 19 Paesi. Alle potenze mondiali il segretario generale dell’Onu Guterres ha rivolto un appello affinché sostengano l’economia afghana. Il confronto dovrebbe durare fino alle 15,30 ma non si esclude che si prolunghi oltre. L’Ue annuncia un miliardo di euro in aiuti La commissione europea annunciala messa in campo di un miliardo di euro in aiuti alla popolazione afghana. “Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta”, ha sottolineato la presidente della commissione Ursula von der Leyen. La situazione in Afghanistan, spiegala commissione, si sta deteriorando, ponendo centinaia di migliaia di afghani a rischio con l’inverno in arrivo, spiega la commissione. “Siamo stati chiari sulle nostre condizioni per qualsiasi impegno con le autorità afgane, compreso il rispetto dei diritti umani”, ha spiegato von der Leyen. “Ma il popolo afghano non deve pagare il prezzo delle azioni dei talebani. Questo è il motivo per cui il pacchetto di sostegno afghano è per il popolo afghano e per i Paesi limitrofi che hanno fornito i primi aiuti”, ha sottolineato. Putin e Lavrov non partecipano Il presidente russo Vladimir Putin non partecipa al vertice di emergenza del G20 sull’Afghanistan in videoconferenza, dati i suoi impegni per la giornata. Neppure il ministro degli Esteri Serghei Lavrov può prendervi parte, poiché in viaggio. Lo ha riferito il Cremlino sottolineando di aver avvertito gli organizzatori in anticipo. Turchia: non possiamo continuare a accogliere afgani “La Turchia non può permettersi un nuovo flusso di migranti dall’Afghanistan, ne sarebbero colpiti anche i Paesi europei”: lo afferma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella riunione straordinaria del G20 sull’Afghanistan. Il presidente turco ha anche proposto diformare un gruppo di lavoro sulla migrazione presieduto da Ankara nell’ambito della prossima presidenza indonesiana del G20. “La migrazione è un problema globale”, ha detto Erdogan augurandosi che “stabilità e sicurezza” vengano ristabilite in Afghanistan quanto prima ed esprimendo la volontà di “dare ai talebani la direzione affinché formino un governo inclusivo”. I temi al centro del dibattito Non è in programma che i leader discutano la questione del riconoscimento del regime talebano, le cui promesse iniziali in termini di tutela dei diritti umani e soprattutto di quelli delle donne sono stati finora tragicamente sconfessate nella pratica. Al centro del dibattito, come anticipato dallo stesso Draghi lo scorso 29 settembre, ci sarà soprattutto l’emergenza umanitaria, anche in vista dell’arrivo del freddo, e le sue conseguenze in termini di aumento dei flussi migratori, oltre alla lotta al terrorismo e alla questione della sicurezza e della libertà di movimento all’interno dei confini del Paese e oltre confine. Dopo aver convocato la riunione, virtuale, che anticipa di una ventina di giorni il vertice dei leader G20 in presenza, Mario Draghi ha avuto una serie di incontri bilaterali con i partner, ultima in ordine di tempo la cancelliera Angela Merkel, in cui è stata ribadita la centralità del G20 e il suo potenziale per affrontare la tragica situazione in Afghanistan dopo la presa di potere dei talebani lo scorso 15 agosto. I punti che saranno presi in considerazione sono dunque il sostegno umanitario, con l’obiettivo di ottenere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare per le donne, che devono avere garantito l’accesso alle prerogative fondamentali a partire dall’educazione. Sul tema terrorismo, l’obiettivo e’ evitare che l’Afghanistan torni a essere, dopo i 20 anni della presenza militare Nato, un santuario dei gruppi armati, e va in questa direzione anche l’impegno al contrasto della produzione e del traffico di stupefacenti, principale fonte di finanziamento per i terroristi.