Si celebra oggi 3 Maggio la “Giornata della libertà di stampa” come deciso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite già dal lontano 1993.
Così definisce Wikipedia la “Libertà di stampa” : “La libertà di stampa è un diritto che ogni Stato di diritto assieme agli organi d’informazione (giornali, radio, televisione provider internet) dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l’esistenza della libertà di parola e della stampa libera, con una serie di diritti estesi ”.
Dunque la libertà di stampa è un diritto alla libertà di opinione per ogni essere umano e con essa il diritto alla libertà di espressione, incluso quello di non essere molestato per la propria opinione. Essa è dunque una protezione alla libertà individuale ed all’equilibrio sociale e personale. Ne consegue che la libertà di espressione tutela: tutte le opinioni politiche, oltre che religiose, scientifiche, morali o storiche.
Non sempre però questo diritto è riconosciuto, accettato e tollerato, specie da forme di organizzazione dedite alla criminalità, alla sopraffazione politica, sociale, morale e/o religiosa, in questi casi tale diritto è un problema che deve essere impedito, risolto alla svelta e senza scrupoli.
La nostra Costituzione, figlia della dittatura fascista e della negazione della libertà di parola, ha riconosciuto il diritto alla libertà di stampa nel redigere l’articolo 21 nel quale ha precisato che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
Sembrerebbe tutto assodato, ma in realtà le cose non seguono sempre il cammino del diritto e della libertà, sono ormai tantissimi i giornalisti uccisi a causa della loro smisurata passione per la professione giornalistica e da un impegno civile per la ricerca della verità, una verità che deve essere raccontata in nome della democrazia e della giustizia sociale ed umana, tanti della cui morte ancora non sono stati individuati i mandanti e neppure gli assassini.
L’osservatorio “Ossigeno” per l’informazione, su mandato della Commissione parlamentare antimafia, ha creato un nuovo sito dal titolo “Cercavano la verità”, dedicato ai 30 giornalisti italiani che hanno perso la vita negli ultimi 60 anni perché stavano informando i cittadini sulla mafia, il terrorismo e le guerre. Un sito creato come servizio alla memoria collettiva che deve essere costantemente nutrita perché conservare i documenti e le storie di fatti accaduti può impedire, con il passare delle generazioni, che i ricordi sbiadiscano e con loro il valore ed il significato sociale ed umano di tanti sacrifici.
“Cercavano la verità” raccoglie e racconta le storie di 30 giornalisti italiani uccisi da mafie, dal terrorismo e dai conflitti all’estero, dal 1960 ad oggi. Tra i tanti ne ricordiamo solo alcuni come Peppino Impastato, Mauro de Mauro, Giancarlo Siani, Giovanni Spanpinato, Ilaria Alpi insieme al suo operatore Miran Hrovatin, Maria Grazia Cutuli e Antonio Russo.
Solo nel 2020 sono stati 83 gli episodi di cronisti minacciati e sono 20 i giornalisti sotto scorta, minacce che ora arrivano via web e social, con una prevalenza di casi legati ad ambiti “socio-politici” rispetto a quelli riconducibili alla “criminalità organizzata”.
E’ di questi giorni la polemica politica sulle affermazioni politico-sociali del rapper Fedez durante il Concertone del 1 Maggio 2021, delle pressioni da lui ricevute dalla Rai per “ammorbidire” e censurare il suo intervento e delle accuse a lui rivolte dalla Lega e dalla Destra politica italiana. Questa polemica però è davvero ben poca cosa se solo volessimo ricordare che solo il 9 aprile 2021, sulla soglia della sua casa di Alimo, in Grecia, è stato assassinato il giornalista investigativo Georgios Karaivaz, ridotto al silenzio a causa di alcune sue inchieste in merito a forme di corruzione, per i primi casi di “ Me too Ellenico”.
Come dimenticare poi l’assassinio di Daphne Garuana Galizia, impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione, fu assassinata in un attentato dinamitardo, uccisa, all’età di 53 anni, nell’esplosione di un’autobomba posta nella Peugeot 108 presa a noleggio.
”In troppi Paesi giornalisti e operatori dei media affrontano censura, abusi, molestie, detenzione e persino morte, semplicemente per fare il loro lavoro”: lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha inoltre affermato che: “ Minacciare un giornalista significa minacciare la libertà di tutti. Senza una stampa indipendente non esiste una vera democrazia. Il Parlamento europeo è al fianco di tutti i giornalisti che subiscono intimidazioni mentre svolgono il loro lavoro essenziale”.
Tanti, troppi, ancora oggi, i giornalisti che subiscono minacce, prigione, violenze solo per voler far conoscere i fatti e dunque quelle verità che spesso sono scomode per chi detiene il potere e vede in quelle affermazioni una minaccia alla propria supremazia personale.
L’Italia si colloca, nella classifica dei paesi in cui si esercita la libertà di stampa, solo al 41/o posto, ultima in classifica in Europa, con circa 20 giornalisti sotto scorta. Inoltre secondo l’ultimo rapporto di Reporter senza frontiere, in oltre 130 Paesi nel mondo l’esercizio del giornalismo “vaccino principale” contro la disinformazione è “totalmente o parzialmente bloccato”.
Il presidente della Federazione Nazionale della stampa Beppe Giulietti, durante un suo intervento a Trento, durante il quale si ricordavano i dodici giornalisti bielorussi incarcerati per aver raccontato le proteste contro il presidente Aljaksandr Lukasenka, ha ricordato inoltre al Presidente della Camera Roberto Fico che oltre alla libertà di stampa è necessario intervenire sul compenso di tanti giornalisti che guadagnano cinque euro ad articolo lavorando in contesti di pericolo e precarietà.
Tante le manifestazioni per ricordare la giornata della libertà di stampa , ad esempio a Milano il collettivo artistico PXLs, per celebrare la ricorrenza, ha realizzato un’opera “calpestabile” con 75.000 pagine di giornale che rivestono la stazione centrale.