di Arturo Ciullo
Convinzione.
Se intende raggiungere con meno affanni il risultato della salvezza, l’unico aspetto su cui il gruppo deve lavorare è la convinzione. Convinzione dei propri mezzi, pur nella consapevolezza dei propri limiti e, soprattutto, dev’essere coeso.
La Strega crea e distrugge. Ancora una volta, ancora molto facilmente, anche contro il Genoa. Ed ancora stiamo qui a contare i punti persi.
Era, comunque, importante “fare risultato” e, almeno sotto questo aspetto, il pari ha fornito un’importante dose di fiducia in vista del rush finale, per una lotta-salvezza che ha raggiunto un elevato tasso di complessità, anche e soprattutto per la concomitanza di alcuni risultati alquanto “bizzarri “ maturati su altri campi.
Come nota positiva, va riconosciuto come, stavolta, il tecnico sannita, forse anche condizionato dal “malumore” della piazza, abbia impostato la gara con il giusto atteggiamento tattico ed abbia operato le giuste scelte a livello di formazione. Conferma il 3-5-2 affidando le chiavi del centrocampo a Nicolas Viola, il quale risponde ancora una volta “presente”, sfoderando una prova di qualità e facendo la differenza.
Non a caso i Sanniti sono riusciti a portarsi per due volte in vantaggio sugli avversari, evidenziando una maggiore spigliatezza nella costruzione del gioco, senza pensare soltanto ad una sterile impostazione difensiva. Peccato per le solite amnesie della difesa e per i consueti “regali” che condizionano ormai sistematicamente le gare.
Dopo uno scoppiettante primo tempo, la ripresa scorre via con le squadre attente più a “non perdere” piuttosto che a tentare di vincere. Al termine dell’incontro, entrambe possono accontentarsi di aver messo in carniere un punto prezioso, utile per il raggiungimento di quella “quota 37” da più parti indicata come limite di sicurezza per la permanenza in categoria (ovviamente salvo clamorosi risultati da parte del Cagliari, attualmente terz’ultimo in classifica, ma che sembra essere rinato in quest’ultima fase del torneo).
Diventa, adesso, fondamentale lavorare su quel modulo di gioco (3-5-2) e sopratutto sugli uomini giusti, mettendo da parte “esperimenti “ o scelte bizzarre e sopratutto cercare di limitare ancora quegli errori che condizionano le gare
Questo il mio personale giudizio sui partecipanti alla gara:
Montipò (voto 6,5): molto più sicuro ed attento; lo si evince dalla concretezza con la quale ha gestito le diverse situazioni occorse, sopratutto nel corso della ripresa.
Depaoli (voto 5-): in completa balìa del suo antagonista Zappacosta, che per una sera si traveste da Neymar e fa letteralmente impazzire l’esterno giallorosso. Troppe sbavature per una gara così importante.
Tuia (voto 4): ancora una prova incolore per il fragile difensore sannita, che mostra ancora una volta di soffrire la massima serie. Per poterci “stare” deve lavorare ancora molto.
Glik (voto 5): cerca di utilizzare tutto il “mestiere” per non soccombere all’avversario, ma offre nel complesso una prova opaca e sottotono. Confermo quanto già detto in occasione di “pagelle” precedenti, e cioè che il pacchetto difensivo non è stato disegnato nel modo giusto.
Barba (voto 4): in approssimativo stato di forma. Primo tempo da dimenticare. Vale anche per lui quanto detto per il compagno Tuia. La massima categoria rappresenta per lui, forse e per il momento, un premio troppo alto. Per meritarsi la riconferma, dovrà necessariamente rendersi protagonista di una parte finale degna di nota. Un po’ meglio nella ripresa. Penso che il suo utilizzo ideale sia sull’out sinistro.
Hetemaj (voto 6): non appare in forma smagliante, ma si arrangia con il mestiere, che non gli manca.
Viola (voto 8): a furor di popolo, si riprende il posto che merita e subito fa la differenza. Ciò non fa altro che confermare le cervellotiche scelte delle settimane precedenti. Sciorina giocate d’alta qualità; da lui non può prescindersi nella fase finale del campionato.
Ionita (voto 6): svolge il compito come da spartito e dà il giusto contributo.
Improta (voto 6): gara attenta e senza sbavature al servizio della squadra. Interessanti anche le sue proposizioni in fase offensiva. Vale anche per lui il discorso che, quando è adattato in un ruolo non suo, quasi sempre si tratta sempre di una scelta sbagliata.
Gaich (voto 5): gara sottotono per l’ariete sannita. Forse in fase di stanca. Andava sostituito prima
Lapadula (voto 7): partita di spessore per il peruviano, che trova anche una bellissima rete. Se gestisce con serenità l’approccio alla gara, ha nelle sue corde la capacità di sfoderare prestazioni come quella di ieri al “Ferraris”. Un ottimo segnale per il finale di stagione
Subentrati:
Caldirola (voto 7): subentrato per un’esigenza, dimostra quanto sia sbagliato tenerlo fuori. E e resta il giocatore di maggiore prestigio nel pacchetto difensivo.
Dabo (voto 6,5): ancora uno spezzone di gara, ma di qualità. Meriterebbe qualcosa in più, ormai da qualche settimana a questa parte.
Insigne (s.v.): come da prassi, è schierato senza una ragione logica e sopratutto in momento della gara dove forse ci sarebbe stato bisogno d’altro. Spreca un’occasione (l’unica) che avrebbe dovuto avere esito diverso. Per il resto nulla da segnalare.
Di Serio (voto 6): entrato per dare freschezza e tenere palla, il ragazzo non si tira indietro, si fa trovare pronto, come sempre. Deve cercare di gestire meglio la palla, senza cercare sempre l’ affondo.
Schiattarella (s.v.): entra per un piccolo scampolo di partita, e soltanto per far rifiatare Viola. Nulla da segnalare
Inzaghi (voto 6): non dev’essere stato di certo facile, per lui, digerire il malumore della piazza, dopo le incertezze tecniche delle ultime settimane. Sbaglia poco.
Ed ora, testa alla gara interna contro l’Udinese. Sarà il “match dell’anno”, dove diviene fondamentale vincere per trovare i punti per tenere a giusta distanza il Cagliari, ormai troppo vicino. Ci vorrà la giusta concentrazione e sopratutto la cattiveria agonistica, per ritrovare una vittoria che manca ormai da troppo tempo al Vigorito .
Forza Strega 91!