Siamo arrivati al fatidico giro di boa: il Benevento Calcio è andato oltre le più rosee aspettative e, dopo le 19 gare disputate del girone d’andata, i ventidue punti in classifica che ci ha collocati all’undicesimo posto, possono considerarsi come un risultato davvero lusinghieri, per tanti motivi.
Perchè siamo una neopromossa e questo già basterebbe. E poi, perchè abbiamo staccato di 8 lunghezze la terz’ultima, al diciottesimo posto. Ancora, perchè la squadra ha – quasi – sempre sciorinato un buon calcio, vocazionalmente offensivo e con trame di gioco interessanti, mettendo in difficoltà anche alcune delle big del torneo. Sotto il profilo del risultato generale, quindi, nulla da dire al tecnico e alla sua squadra che, per certi aspetti, ha fatto fin ora qualcosa di straordinario.
Eppure, c’è tanto rammarico. Proprio l’ultima in casa con il Toro ci ha fatto mangiare le mani, così come era capitato in qualche altra partita. Avere la vittoria in pugno e lasciarsela soffiare sul filo di lana ha davvero dell’incredibile. Ecco, se vogliamo, un difetto di questa squadra – che va corretto perchè alla lunga potremmo pagarlo caro – è proprio quello di non sapere conservare il risultato. Mancanza di cinismo e razionalità, che c’è costato qualche punto. Vero che il pari forse era anche giusto, contro i Granata, ma non si può prendere goal al novantatreesimo e in contropiede. E mi sovviene la sconfitta contro la Roma, all’Olimpico. Senza andare troppo a ritroso, potrei dire che abbiamo buttato almeno 4 punti: tanti, troppi per una squadra che deve salvarsi. Certo, di base sono errori dell’inesperienza e della contingenza. Paghiamo l’emergenza infortuni e una rosa non proprio completa, con calciatori adattati in alcuni ruoli chiave che, ovviamente, alla lunga pagano dazio al cospetto di avversari scaltri e di livello europeo, come appunto Belotti e Zaza, giusto per citarne qualcuno. Ma non voglio certo gettare la croce su chi s’è sacrificato adattandosi e soffrendo in un ruolo non suo. Alla squadra, lo ribadisco, nulla si può imputare. Però bisognerà lavorare molto proprio sull’aspetto mentale, e abbandonare il fioretto per la spada quando la situazione-gara lo impone: buttare palla in tribuna o spezzettare il gioco con qualche fallo in più (al costo di qualche cartellino giallo…), se serve a far punti, beh, si deve fare! Nessuno storcerà il naso, promesso!
Mi spiace dover annotare l’ennesimo flop di Bryan Dabo, o il perdurare del punto interrogativo su Iago Falque: da loro ci aspettavamo (e ci aspettiamo…) tanto, ma ad oggi il loro contributo è prossimo allo zero. Il forte centrocampista burkinabè ogni qual volta schierato in campo, è sembrato davvero capitato lì per caso. Non riesco a capire cosa ne limiti le prestazioni, ma spero davvero che lui possa sbloccarsi e rendersi utile alla causa: alla fine è pagato per quello!
Finalmente si muove qualcosa nel mercato in entrata: arriverà, salvo sorprese, l’esterno difensivo Fabio Depaoli di proprietà della Sampdoria. Il difensore trentino classe ’97, già in forza all’Atalanta, sarà un puntello importante per Filippo Inzaghi, costretto nelle ultime gare ad impiegare Improta in quel ruolo. Con l’arrivo di un centravanti (speriamo!) di peso e centimetri, si andrebbe a completare l’organico, colmando quelle lacune che sono state limitative allo sviluppo e alla concreta finalizzazione del gioco impostato dal bravo tecnico piacentino.