La strada è tracciata, lo spiega Francesco Boccia ai governatori nella riunione della cabina di regia: «il sistema delle fasce ci ha salvato due volte da un nuovo lockdown, quello che sta succedendo in Europa è sotto gli occhi di tutti».
Ecco perché nel Dpcm in vigore dal 16 gennaio il governo non solo confermerà i divieti previsti dalle varie zone, ma aggiungerà ulteriori restrizioni. Il bollettino di ieri dimostra che il tasso di contagiosità è ancora alto: 13,6 per cento con 12.532 nuovi positivi e 448 vittime. «Il quadro epidemiologico è molto complesso, con l’ultimo monitoraggio siamo tornati ad avere Rt sopra 1, ci aspettiamo che la crescita continui nei prossimi giorni», avverte il titolare della Salute, Roberto Speranza. «Senza le misure che abbiamo adottato nei giorni festivi avremmo avuto una moltiplicazione che avrebbe portato l’epidemia fuori controllo già in questi giorni», aggiunge. Il ministro anticipa che saranno confermati il divieto di spostamento tra le Regioni e anche la possibilità di rendere ancora più severi i criteri «per facilitare l’ingresso in arancione provando a lavorare sull’indice di rischio e non su Rt». Il coprifuoco dalle 22 alle 5 sarà confermato, così come il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso. Il ministro Franceschini spera di riuscire a introdurre l’apertura dei musei con ingressi contingentati, come «scelta simbolica» per indicare ai cittadini una luce in fondo al tunnel.
Due provvedimenti
In Parlamento saranno illustrati un nuovo Dpcm con le nuove regole e un decreto legge, che prorogherà lo stato di emergenza al 30 aprile: il governo ritiene indispensabile mantenerlo per almeno tre mesi per gestire questa fase di campagna vaccinale e le forniture per le strutture sanitarie e anche per prorogare lo smart working.
Il rischio alto
«Senza le misure che abbiamo adottato per il periodo di Natale e Capodanno avremmo avuto una situazione ancora più grave — rivendica la linea del rigore il ministro Speranza — Le scelte fatte nell’ultimo decreto legge vanno nella direzione di conservare le zone a colori, ma abbiamo fatto un primo intervento per abbassare le soglie di entrata in fascia rossa e arancione. Adesso Rt uguale a 1 è soglia arancione, Rt pari a 1,25 è fascia rossa. Penso che dobbiamo lavorare ancora su queste soglie. In questa fase di recrudescenza, qualora ci sia in rischio alto (valutato in base ai 21 parametri), si potrebbe andare automaticamente in arancione».
Divieto di asporto
Per impedire gli assembramenti nelle piazze sarà vietato l’asporto di cibi e bevande dai bar dopo le 18. Consentita invece la consegna a domicilio. Rimangono invariate le regole per i ristoranti. In queste ultime settimane, nonostante il freddo, le persone si sono affollate nei luoghi della movida, così come nelle strade dello shopping. E per questo si è decisa la stretta.
Visite in due
Non ci sarà alcun controllo nelle abitazioni, le verifiche potranno essere svolte soltanto in strada. Ma per limitare gli incontri si sta decidendo di consentire le visite ad amici e parenti soltanto a due adulti accompagnati dai minori di 14 anni. Il governo deve stabilire se studiare una norma apposita oppure limitarsi ad una raccomandazione.
Confini regionali
L’esecutivo vuole confermare il divieto di spostamento anche tra le regioni che si trovano in fascia gialla. Un modo per «limitare la circolazione del virus impedendo i viaggi che non siano motivati da lavoro, salute e urgenza».
Piscine, palestre e sci
Rimangono chiuse piscine e palestre, ma se l’indice di contagio dovesse scendere potrebbe poi esserne autorizzata l’apertura almeno per le lezioni individuali. Non è invece escluso che in alcune zone possano ripartire gli impianti da sci, sia pur con capienze contingentate.
Fascia bianca
Ci sarà una fascia bianca dove tutto sarà aperto. L’idea è di avere un Rt ancora più basso di 0,50, ma saranno tenuti in conto anche altri indicatori.