Torna l’odiata autocertificazione per i cittadini campani.
Pensavamo, tutti, fosse soltanto un lontano e sgradito ricordo che non si sarebbe più ripresentato, ed invece… eccola riaffacciarsi prepotentemente nella nostra vita quotidiana. Evidentemente non sono bastati, a chi ci governa ed in particolare a chi governa la nostra Regione, i circa sei mesi – da marzo ad oggi – per organizzare efficientemente tutte le attività ed i servizi connessi all’emergenza sanitaria al fine di tutelare, come suo preciso dovere, la salute pubblica. Eppure ne avrebbe avuto tempo, modo e possibilità.
Ma tant’è. Alla fine s’è scelta la strada più semplice (e comoda): l’imposizione della limitazione forzata della libertà che, ricordo prima a me stesso e poi a quanti lo dimenticano o fingano di dimenticarlo, è un valore assoluto, fondamentale, imprescindibile, universale, inviolabile, garantito ad ogni individuo, essere umano o animale che sia, quand’egli rispetti le regole del vivere comune. Non può, e non potrà mai esserci, per costui, alcuna limitazione di libertà di movimento in un Paese democratico e civile.
E non si tratta “soltanto” di mera e semplice limitazione (o forse sarebbe meglio definirla “privazione”) di libertà di movimento; da essa discendono, inevitabilmente, gli altri aspetti in cui la libertà, intesa in senso lato, s’estrinseca e s’esprime. Libertà di azione, libertà intesa come condizione per la quale un qualsiasi individuo possa decidere di pensare, di mettere in atto un’idea, un progetto, un’azione in libera scelta, senza condizionamenti e senza “divieti” imposti da autorità costituite. Purché egli operi, beninteso e lo ripeto ond’evitare fraitendimenti e strumentalizzazioni del pensiero, nell’alveo delle regole che la comunità s’è data.
Questo il testo estratto dall’ordinanza n.82 del 20/10/2020 emessa dal Presidente della Regione, Vincenzo De Luca:
<< Con decorrenza dal 23 ottobre 2020, al fine del contenimento dei rischi di contagio correlati alla mobilità sul territorio, ai cittadini campani è fatto divieto di spostamenti dalla provincia di residenza o domicilio abituale verso altre province della Campania, fatti salvi gli spostamenti connessi ad esigenze- la cui ricorrenza andrà autocertificata sotto personale responsabilità, ai sensi del DPR 445/2000- relative a: – motivi di salute; – comprovati motivi di lavoro; – comprovati motivi di natura familiare; – motivi scolastici e/o afferenti ad attività formative e/o socio-assistenziali; – altri motivi di urgente necessità . E’ in ogni caso consentito il rientro presso la propria residenza o domicilio abituale>>.
La prima cosa che salta all’evidenza è che il “divieto” degli spostamenti tra le province campane sarà operativo per le 24 ore di tutti i giorni della settimana, e questo fino a data da destinarsi. Nell’ordinanza è, infatti, citato soltanto il giorno di decorrenza (23/10/2020), ma non quello finale di vigenza del provvedimento. A meno che non intervenga, com’è auspicabile attendersi, una successiva ordinanza che delimiti un preciso arco temporale (peraltro inesistente al momento storico di redazione e pubblicazione del presente articolo).
Non si tratta, pertanto, di “limitazione” degli spostamenti interprovinciali (termine utilizzato sul sito della Regione Campania per dare, evidentemente, una parvenza di “ammorbidimento”), bensì di divieto assoluto (il termine non concede interpretazioni di tipo diverso, a meno che la lingua italiana non sia un optional).
L’unica condizione posta a limitazione degli effetti del provvedimento è che il cittadino campano che intenda “varcare il confine” della sua provincia di residenza, sia a ciò giustificato da comprovate esigenze lavorative, sanitarie, scolastiche, socio-assistenziali e di approvvigionamento di beni essenziali. Esigenze che dovrà, egli stesso, autocertificare, assumendosene personale responsabilità con riflessi penali in caso di dichiarazione mendace.
Il contenuto dell’autocertificazione dovrà presumibilmente ricalcare quello diffuso dal Governo nazionale la scorsa primavera in occasione del primo lockdown. E’ auspicabile, tuttavia, che venga pubblicato (quanto meno!) un modello fac-simile sul sito istituzionale della Regione Campania, onde evitare che il cittadino debba ricorrere alla “certificazione fai da te” .
A prescindere dalla legittimità di un’ordinanza privatrice della libertà personale (che è, tra l’altro, costituzionalmente sancita – art.13 della Costituzione), a mio avviso gli effetti dell’applicazione della disposizione contribuiranno a complicare, non poco, la vita quotidiana del cittadino medio, già messa a dura prova in tempi normali, figuriamoci in momenti di piena emergenza.
Alcuni casi?
Me ne viene in mente, subito, uno.
Ogni automobilista (e non solo i cittadini residenti nella Regione Campania) che percorrerà da venerdì prossimo, con la propria autovettura, le strade regionali sarà, potenzialmente, destinatario di controlli da parte delle forze dell’ordine. Saranno predisposti – credo – posti di blocco che, nell’espletamento dei controlli (essenzialmente focalizzati sulla residenza), finiranno per congestionare ulteriormente un già – di per sé – compromesso traffico cittadino, specie nelle città e cittadine ad alta densità abitativa, creando disagi alla mobilità ed al raggiungimento stesso dei posti di lavoro. Se tutto andrà bene ed il controllo non dovesse “sfociare” nell’elevazione di un verbale di constatazione, si saranno persi mediamente una decina di minuti ad autovettura; viceversa, nel caso di constatazione di “sconfinamento” illegale non supportato da idonea giustificazione, giungere alla mezz’oretta, se non qualcosina, in più, non mi sembra, poi, tanto impossibile. Moltiplichiamo il tutto per “n” autoveicoli in circolazione, e … non c’è bisogno di aggiungere altro.
Delle due, l’una: o i controlli saranno così capillari da determinare, di fatto, il caos totale in termini di mobilità urbana oppure, come credo alla fine si verificherà (perché non potrà che essere così considerata la limitatezza, in termini numerici, delle “forze” in campo), saranno molti di più coloro che l’avranno “fatta franca” per mancato controllo rispetto a chi – ahilui – quel controllo l’avrà subito; in definitiva i fini e gli scopi che si prefiggeva l’ordinanza ne risulteranno, inevitabilmente, mortificati e disattesi. Della serie: ordinanza inutile e stupida.
Si tratta, infine, di un’ordinanza (oltre che inutile e stupida), anche ridicola, sotto certi aspetti. Pensare che un automobilista, per recarsi a Roma, se residente a Benevento debba passare per Isernia, se di Avelllino per vie “adriatiche” (via Canosa-Pescara), se di Salerno dovrà prima attraversare la Basilicata, se di Napoli addirittura gli sia precluso (a meno che non voli sopra la provincia di Caserta) e che soltanto il casertano, fortuna sua, potrebbe tranquillamente riuscirvi, è veramente paradossale!
Alle volte, ancor prima di pensare, basterebbe riflettere, e non soltanto immaginare.
Sembra però che, per qualcuno là “in alto”, sia molto complicato.