Sull’ottovolante delle emozioni: in tre punti cinque squadre (Benevento 46, Lecce 45, Foggia e Cosenza 44, Casertana 43) quelle che probabilmente si giocheranno il primo posto, con l’accesso diretto in cadetteria, e posizioni importanti nei playoff fino alla fine. Staccate, oramai quasi definitivamente, tutte le altre. Se vogliamo è un campionato nel campionato, quello che stanno facendo le squadre di testa. A rendere più interessante il quadro ci saranno come sempre gli scontri diretti e, in aggiunta, qualche “mina vagante” che, inaspettatamente, può far saltare una o l’altra concorrente all’olimpo di Lega Pro. Ci vuole estrema cautela, non si può assolutamente abbassare la guardia.
Che non sarebbe stato assolutamente facile già lo sapevamo. La grintosa prestazione del Matera al “Ciro Vigorito“, come sempre battutasi all’ultimo sangue contro gli Stregoni, è stata l’ulteriore a dimostrazione che, in questo campionato, non ci sono risultati scontati e poco importa il fattore campo. Poi, è chiaro, alla fine la differenza di valori viene fuori e premia chi ne ha di più, ma certi equilibri sono sempre molto delicati.
La gara con i lucani si poteva tranquillamente vincere, ma sul campo non si è visto il migliore Benevento. Non che la squadra non abbia giocato, anzi, a fare la gara è sempre e solo stata la squadra di Gaetano Auteri. Ma, a mio avviso è mancata la freschezza atletica di qualche interprete principale e poi, probabilmente, sono state azzeccate le mosse di Padalino che aveva ben studiato i giallorossi e tatticamente è riuscito a creare qualche grattacapo allo special-one di Floridia mandando fuori giri i suoi ragazzi. Poi c’è stato il fattore arbitro che ha influito e non poco nel risultato finale. Una direzione che è stata assolutamente discutibile, con alcune decisioni (il secondo rigore non fischiato, quello su Ciciretti, e la gestione dei cartellini) che hanno lasciato alquanto perplessi. Con questo non cerco giustificazioni, il risultato alla fine è quello del campo e bisogna accettarlo. Però mancano almeno due “gialli” sacrosanti e un penalty che poteva valere la rete della vittoria e su questo c’è poco da discutere. Ma, il livello arbitrale (purtroppo) è questo e dimentichiamoci una maggior tutela (che non vuol dire essere aiutati) come squadra in lotta per la promozione.
La determinazione feroce dei giallorossi è il valore aggiunto all’elevata qualità complessiva della squadra. Ancora una volta la forza mentale ha prevalso sulle difficoltà oggettive della partita. Quando Lucioni e compagni giocano così, non si ha mai l’impressione di poter perdere. Un atteggiamento che premia sempre e viene assolutamente gradito dai tifosi. Questi, da par loro, possono essere l’arma in più. Grazie alla “politica di apertura” della Società, finalmente gli spalti si sono iniziati a riempire facendo sparire i purtroppo consueti e desolanti vuoti. Il calcio, in fondo è dei tifosi. E credo che, per un calciatore, non ci sia nulla di più bello che sentirsi acclamato, incitato. Uno stimolo in più a fare sempre meglio. Contestazioni o fischi, nel caso, si fanno alla fine.
Questa Società oltre a cercare di favorire un maggior afflusso di tifosi allo stadio, venendo incontro soprattutto a chi ha minori possibilità economiche, ha dimostrato ancora di più, di rispettare i propri tifosi. Come? Basta chiederlo a Columella. Al presidente del Matera è stato restituito pan per focaccia. Accredito in curva ospiti, comodamente in mezzo ai propri tifosi, che hanno dovuto pagare lo stesso prezzo per il biglietto che i Sanniti pagarono nella gara d’andata. Ci dispiacque per i nostri, all’epoca, ci è dispiaciuto per i tifosi materani, sabato scorso. Ma la colpa è solo del loro presidente. La prima mancanza di rispetto (equamente ripartita a tutte le tifoserie del girone), è stata la sua.
Un punto sulla seconda, sul campo due. Domenica prossima al Ceravolo di Catanzaro, per continuare la corsa alla B. Un campo difficile, un’avversaria per nulla arrendevole e non tragga in inganno la classifica. Le aquile calabresi in casa sono sempre molto pericolose. Il Benevento non ha scelta: dovrà giocare per vincere e, in fondo, la filosofia calcistica auteriana non prevede altre opzioni. Bisognerà andare in campo e pensare soltanto alla gara, senza assolutamente farsi distrarre dalla classifica o dagli altri risultati. Obiettivo tre punti molto difficile ma non impossibile.
Dieci partite ancora, trenta punti a disposizione. Il primo posto conterà l’8 di maggio: oggi non si è vinto ancora nulla. Lo sanno i calciatori, lo hanno capito i tifosi. Finalmente sembra che sia tornata armonia e unione d’intenti in tutto l’ambiente, favorendo un pacato ma crescente entusiasmo e la consapevolezza di poterci provare… Uniti si vince, non è un modo di dire. Uniti si vince, e solo così.