Non ha perso tempo Alexis Tsipras. Dopo il risultato referendario, aveva promesso che il suo governo avrebbe impiegato non più di due/tre giorni a presentare nuove proposte di accordo per i creditori** e l’Ue. E la promessa è stata mantenuta. Ad Atene hanno approntato un pacchetto di riforme da 12 miliardi di euro, da realizzarsi in due anni, per presentarlo a Bruxelles ed avere in cambio un 3° piano di aiuti. La proposta precedente, invece, si fermava a circa 8 miliardi di euro. L’aspettativa gerca è quella di un taglio cospicuo del debito e aiuti per tre anni.
L’obiettivo di Atene è quello di evitare il ritorno alla recessione. Il ministero delle Finanze ellenico stima che, soprattutto a causa delle misure sul controllo dei capitali, il Prodotto interno lordo 2015 invece di crescere dello 0,5% subirà una recessione del 3%. C’è molta fiducia nelle autorità di poter raggiungere un accordo con i creditori internazionali. L’accordo, poi, dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento greco.
Secondo fonti attendibili, per reperire i soldi necessari a far fronte alla riforma, sono stati proposti aumenti delle tasse così ripartiti:
- un aumento delle imposte sulle società dal 26% al 28%;
- un aumento dell’Iva sui beni di lusso dal 10 al 13%;
- un aumento dell’Iva dal 13 al 23% sui prodotti alimentari trasformati, ristoranti, trasporti e alcuni servizi sanitari offerti dal settore privato;
- un aumento dell’Iva per gli hotel dal 6,5 al 13%. Le isole greche dovrebbero tuttavia continuare a godere delle “agevolazioni fiscali” dovute al disagio, che i creditori internazionali avrebbero voluto che fossero cancellate.
Come già annunciato, le banche greche resteranno chiuse fino a lunedì prossimo incluso. I responsabili degli istituti di credito, stimano ch,e con la liquidità esistente, si potrà arrivare al massimo a lunedì. Non è sicuro, però, che la Banca centrale europea possa innalzare il limite di liquidità di emergenza (ELA) e questo potrebbe causare molti problemi. Se la Grecia non raggiungerà un accordo con i suoi creditori, restando l’ELA bloccata, potrebbe non essere più garantita l’erogazione di 60 euro al giorno (limite) fissato per ogni conto bancario presso gli sportelli automatici.
Ma chi sono **i creditori della Grecia? Dei 281 miliardi di euro che costituiscono ad oggi il debito pubblico ellenico, l’82,5% sono dovuti a creditori istituzionali. Il fondo salva Stati (European financial stability facility) o Efsf, il Fondo monetario internazionale, la Banca centrale europea. La rimanente parte (il 17,5%) è dei privati. Tra i creditori, ovviamente, ci sono gli stati europei, compresa l’Italia, che hanno concesso i prestiti bilaterali nel 2010-11.