Ha causato un “allarme rosso” il risultato referendario di domenica 5 luglio svoltosi in Grecia. Immediata la convocazione di un summit straordinario tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e Francoise Hollande, Presidente francese. Summit che ha fatto sbottare anche il premier italiano Matteo Renzi, che si dice contrariato rispetto questo usuale “format a due”, in quanto sarebbe il caso, finalmente, che certe decisioni vedano coinvolti tutti i leader delle istituzioni europee.
Crescono intanto i timori su un possibile default greco e il paventato “Grexit” viene ritenuto più probabile dalla società finanziaria JP Morgan e dalla banca Barclay. Tutto questo mentre da più parti d’Europa si sprecano i commenti negativi sull’esito della consultazione referendaria. Molti rappresentati di governo dei paesi Ue hanno dichiarato che l’unica strada percorribile dalla Grecia è l’uscita dall’Eurozona e, a detta della premier polacca Ewa Kopacz ” I greci sono vittime di una leadership politica populista“.
Da Atene il portavoce del governo ha confermato che la Grecia farà tutti gli sforzi possibili per arrivare a un accordo con i creditori. Ad effetto sorpresa, è stata la dichiarazione del ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis (nella foto) che, a risultato “incassato”, ha scritto sul suo profilo twitter:”Presto lascerò l’incarico, saputo che alcuni ministri all’interno dell’Eurogruppo abbiano una preferenza per la mia assenza dal meeting. Considero un mio dovere non ostacolare l’intesa e aiutare il premier Alexis Tsipras nel suo tentativo di arrivare ad una intesa con gli stati europei“. E lo stesso Eurogruppo che si prepara a trattare ancora, è in attesa di nuove proposte da parte dell’esecutivo ellenico che ha trovato il sostituto al ministero dell’economia in Euclid Tsakalotos, finora a capo della squadra negoziale del governo Tsipras.
Intanto le borse hanno risentito negativamente dei “nervosismi” causati dai risultati del referendum. Listini in ribasso e spread in risalita. Ambienti finanziari, quindi, con il fiato sospeso in attesa delle decisioni della Bce, che deve scegliere se concedere o meno ulteriore la liquidità d’emergenza alle banche greche che, senza questo aiuto sarebbero di fatto spacciate. In Grecia nel giorno successivo alla consultazione popolare di fatto nulla è cambiato. La gente è ancora in fila ai bancomat e la preoccupazione sale in previsione di una periodo di austerità e ulteriori sacrifici che potrebbe essere molto più lungo di quanto s’immaginava.