Una notizia che potrebbe passare inosservata, la morte di un uomo inglese di ben 106 anni. Il suo nome era (anzi è, a futura memoria) Sir Nicholas George Winton, ma era nato come Nicholas Wertheim, nato a Londra, 19 maggio 1909 e deceduto a Maidenhead (Berkshire, UK), il 1° luglio 2015.
Un nome che forse non dice nulla, soprattutto alle nuove generazioni. E fino al 1988 nessuno sapeva chi fosse Nicholas Winton, lo “Schindler inglese”, che salvò quasi 700 bambini ebrei dall’Olocausto della Seconda Guerra mondiale, dai deliri nazisti. Non si sentiva un eroe ma lo era e non aveva mai cervato un “riconoscimento” per le sue gesta.
Nell’inverno del 1938, l’allora broker alla Borsa di Londra, nato e cresciuto a Londra (da genitori ebrei di origine tedesca), decise di andare in Svizzera a sciare. Ma poi, convinto da un amico, cambiò destinazione e finì a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, dove iniziò a capire che i rischi erano altissimi per i rifugiati, tra i quali c’erano tantissimi bambini, che arrivavano dalla dalla zona dei Sudeti (in tedesco: Sudeten, ceco e polacco: Sudety – sono un sistema montuoso al confine tra la Germania, la Polonia e la Repubblica Ceca), annessa alla Germania dopo gli accordi di Monaco.
Sir Winton decise di intervenire, per quanto poteva, e ideò un tasferimento dei piccoli rifugiati in treno, verso la capitale inglese. Cominciò a pianificare l’evacuazione, lavorando su due fronti. Organizzò i viaggi, persuadendo i tedeschi a non bloccare l’operazione, e poi si attivò con inserzioni sui giornali inglesi cercando volontari che potessero ospitare i bambini. Il primo treno partì il 14 marzo 1939, il giorno prima dell’invasione nazista. L’ultimo nell’agosto dello stesso anno. Poi la guerra ebbe il sopravvento e Winton fu arruolato nella Royal Air Force. E di lui non si seppe più nulla.
Fu sua moglie Greta, nel 1988, a scoprire per caso in soffitta un vecchio album di ritagli che documentava i salvataggi dei piccoli che suo marito Nicholas trasferì in treno da Praga a Londra, riuscendo anche a trovare loro una sistemazione adeguata. E di conseguenza arrivarono quei riconoscimenti, che lui non aveva cercato, e soprattutto l’emozione dei bambini, diventati grandi, che cominciarono a scrivergli e ad andarlo a trovare. Nel 2002 fu nominato baronetto (nel rango di Knight Bachelor) dalla Corona inglese e poi Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Lui si scherniva e ripeteva spesso: “non sono un eroe, non sono mai stato in pericolo“. Nel 2009, per il settantesimo anniversario dei suoi “treni della vita” la cerimonia fu davvero emozionante. Quelli che furono i “bambinì di Winton” hanno ripercorso coi loro familiari il viaggio dalla stazione di Praga arrivando a Londra su un treno a vapore, e lì lo hanno riabbracciato.
Ho voluto raccontarvela, questa è la storia di un eroe qualunque, emozionante, coinvolgente. Un “esempio”.